Come attribuire un sottotetto, se non è condominiale e risulta in apparenza comune a più proprietà individuali?
Al difficile quesito, risponde la Corte di Cassazione con l’Ordinanza numero 8192 Anno 2020.
La ricerca del giudice
Per l’attribuzione della proprietà di un bene conteso tra due soggetti, laddove si escluda la relativa natura condominiale, la base primaria dell’indagine del giudice di merito è costituita dall’esame e dalla valutazione dei titoli di acquisto delle rispettive proprietà, quando essi sono stati esibiti in giudizio.
In assenza di altre indicazioni contenute nei titoli di provenienza, può farsi richiamo al contenuto delle planimetrie.
Esaurita anche questa indagine, senza successo, l’esame dei titoli può avvenire in modo più penetrante, facendo uso dei canoni interpretativi di cui all’articolo 1362, e segg., codice civile.
L’interpretazione dei titoli serve per la valutazione del contenuto del contratto a seconda se offra elementi utili per comprendere quale parte integrante o accessoria di uno dei due appartamenti sia la citata parte strutturale.
La mancanza o l’insufficienza di indicazioni sui dati di individuazione delle unità rilevabili dai titoli, ovvero la loro mancata produzione, giustifica il ricorso ad altri mezzi di prova.
L’ubicazione delle scale
Nel qual caso, si può anche fare ricorso alla verifica della esistenza di una scala di collegamento, che è, concettualmente, il più importante vincolo strutturale e funzionale che sia concepibile.
Nella fattispecie, il giudice di legittimità ricorrendo a tale elemento ha rilevato e delibato che la proprietà del sottotetto – conteso tra i proprietari di due unità immobiliari sottostanti al medesimo – vada riservato in favore di quello all’interno del quale era stata ubicata, ab origine, il vano scale per accedervi.
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