Il rispetto delle distanze in condominio è imprescrittibile e le convenzioni vanno interpretate

Il diritto del condòminio di pretendere l’eliminazione delle opere realizzate in violazione delle distanze legali è connesso all’esercizio delle facoltà e dei poteri inerenti al diritto di proprietà e l’azione conseguente per disporne la tutela è da ritenersi imprescrittibile.

Il principio di diritto
La corte di Cassazione, con la ordinanza 15142 del 31 maggio 2021 , enuncia, in punto, un nuovo principio di diritto, che sinteticamente così recita: «I poteri inerenti al diritto di proprietà, tra i quali rientra quello di esigere il rispetto delle distanze, non si estinguono per il decorso del tempo, salvi gli effetti dell’usucapione del diritto a mantenere la costruzione a distanza inferiore a quella legale».

L’azione negativa
L’azione per ottenere il rispetto delle distanze legali è, dunque, imprescrittibile, trattandosi di azione reale modellata sullo schema dell’azione negatoria di servitù.Si tratta, quindi, di una domanda rivolta non ad accertare il diritto di proprietà dell’attore, bensì a respingere l’imposizione di limitazioni a carico della proprietà suscettibili di dar luogo a servitù (Cassazione 871/2012; Cassazione 19289/2009; Cassazione 867/2000).

https://www.quotidianocondominio.ilsole24ore.com/art/il-condominio/2021-06-04/il-rispetto-distanze-condominio-e-imprescrittibile-e-convenzioni-vanno-interpretate-160235.php?uuid=AENnm8N

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